Analisi della marcia

L’insorgenza di processi patologici, di diversa origine, determina il manifestarsi di schemi motori alterati, che prevedono il mescolarsi di movimenti normali e anormali da cui consegue un incremento del costo energetico ed una perdita di versatilità, con conseguenti ripercussioni sul piano funzionale, con riduzione dell’autonomia della persona ed aumento del rischio di caduta.

Come in altre condizioni patologiche, la fisiopatologia dell’idrocefalo normoteso idiopatico comporta l’alterazione degli schemi motori che normalmente caratterizzano il ciclo del cammino determinando la comparsa di compensi, sostituzioni o l’eliminazione di parti del gesto.

Descritta in svariati modi, come atassica, aprassica, bradicinetica, calamitata o parkinsoniana, il cammino del paziente affetto da idrocefalo normoteso presenta alterazioni che possono venire riportate dal paziente stesso, o dai suoi familiari.

Con il progredire della patologia, diventano evidenti disturbi del “turning”, ovvero della strategia grazie alla quale è possibile per un soggetto cambiare direzione durante il cammino. I disturbi della deambulazione possono ulteriormente aggravarsi, determinando un elevato rischio di cadute, fino a diventare estremamente invalidanti per il paziente.

Le conseguenze sul piano clinico e funzionale variano al variare della durata e severità della malattia ma, inevitabilmente, tendono a generare un incremento della fatica percepita con una secondaria riduzione della distanza percorsa, un peggioramento dell’equilibrio e la conseguente perdita di autonomia nel cammino e disabilità nella vita quotidiana.

L’identificazione precoce e raffinata delle deviazioni patologiche secondarie all’idrocefalo richiede l’abilità di saper cogliere modificazioni che spesso sono sfumate, per poi contestualizzare il dato nell’ambito di un più ampio ragionamento clinico.

Attualmente l’analisi del cammino viene effettuata, oltre che soggettivamente e qualitativamente dal clinico, attraverso scale di valutazione o mediante l’analisi cinematica del cammino.

Scala di valutazione del cammino

La Gait Scale valuta diverse variabili del ciclo del passo, come velocità, lunghezza del passo, durata della fase di appoggio, cadenza, equilibrio, abilità nella marcia tandem ed esitazione alla partenza. La scala, elaborata da Boon nel 1997,  permette di quantificare ciascun elemento patologico della marcia e per questo risulta un utile strumento diagnostico per inquadrare i disturbi della deambulazione nei pazienti affetti da idrocefalo; inoltre, rappresenta un valido ausilio per valutare la marcia nei test predittivi di risposta allo shunt.

La Gait Scale è composta da tre score:
  • Walking Score (0-20): otto variabili del cammino valutate dicotomicamente (0= normale, 2= alterata);
  • Step Score (1-10): numero di passi eseguiti per percorrere 10 metri;
  • Time Score (1-10): valuta il tempo impiegato dal paziente per percorrere 10 metri.

I punteggi ottenuti nei tre score vengono sommati per arrivare ad un punteggio totale, che va da un minimo di 2 punti (normalità) ad un massimo di 40 (compromissione severa).

Oltre alla Gait Scale esiste una “Dementia Scale” che valuta il grado di compromissione cognitiva dei pazienti affetti da idrocefalo normoteso; l’analisi combinata delle due scale di valutazione costituisce un valido strumento diagnostico, ma non sostituisce la valutazione clinica e lo studio mediante test psicometrici dedicati nel complesso iter diagnostico della malattia.

Analisi cinematica

Utilizza una serie di sistemi giroscopici ed accelerometri, applicati all’unità tronco/bacino e/o agli arti inferiori. Questi accelerometri dedicati all’analisi del cammino funzionale sono solitamente di tipo wireless ed utilizzano un sensore inerziale connesso via Bluetooth ad un computer che permette di eseguire l’analisi funzionale del cammino.

Il sensore è posizionato all’altezza della quinta vertebra lombare del paziente con un’apposita cintura che, grazie alla sua ergonomia, non influenza minimamente l’esecuzione del gesto motorio: il paziente può, infatti, camminare liberamente e svolgere gli abituali gesti motori in qualunque ambiente. Con i dati acquisiti il sistema fornisce tutti i parametri spazio‐temporali del passo necessari ad effettuare una diagnosi o definire un trattamento in maniera oggettiva e quantificata.

La rapidità di esecuzione dei test, che non necessitano di alcuna preparazione del soggetto e prevedono la generazione automatica dei report di stampa, rendono questi dispositivi adatti ad un ampio range di applicazioni: prevenzione, diagnostica e follow‐up di interventi riabilitativi o neurochirurgici.

I parametri spazio‐temporali del cammino che possono essere rilevati con questi sensori inerziali sono:
  • velocità del cammino;
  • cadenza del passo;
  • lunghezza del passo (step);
  • lunghezza del doppio passo (stride);
  • durata del ciclo del passo;
  • durata delle fasi di appoggio (stance);
  • durata delle fasi di volo (swing);
  • durata delle fasi di doppio e singolo.
Il sistema provvede inoltre a fornire i dati di accelerazione di ogni arto e dati cinematici della pelvi sui tre piani dello spazio:
  • rotazione antero‐posteriore;
  • anti‐retroversione (tilt pelvico);
  • inclinazione.

E’ bene sottolineare che la marcia tende a peggiorare progressivamente, mentre il trattamento chirurgico appare più efficace nei casi trattati precocemente. Tale miglioramento in genere si instaura gradualmente e tende a mantenersi costante; per questo motivo si sottolinea ancora una volta l’importanza di un’identificazione puntuale e precoce e di un trattamento altrettanto subitaneo.

Lo studio della deambulazione è di fondamentale importanza nella fase di diagnosi e per i controlli nel tempo dei pazienti con idrocefalo normoteso.