Test di infusione

Quando i benefici clinici ottenuti dopo test di sottrazione liquorale non risultano sigificativi nonostante un quadro radiologico suggestivo, oppure nei casi in cui non possano essere integralmente valutati (ad esempio in pazienti allettati), è possibile effettuare un ulteriore test complementare per selezionare i pazienti affetti da idrocefalo normoteso che quindi potrebbero beneficiare dell’intervento chirurgico.

Principi del test di infusione

Si tratta del test d’infusione, metodica che studia il comportamento del sistema intracranico in termini di rapporto pressione/volume ed analizza la dinamica liquorale. Il test d’infusione permette di registrare il comportamento della pressione intracranica in condizioni di base e durante l’infusione di soluzione fisiologica sterile, fornendo informazioni sul sistema intracranico del paziente e su come questo reagisce alla perturbazione data dall’incremento del volume circolante. In accordo con la legge di Monro-Kellie, il volume dei tre compartimenti del sistema intracranico (parenchima, sangue e liquor) deve rimanere costante, perciò ad ogni aumento di volume di un componente deve corrispondere la diminuzione di uguale volume degli altri. Oltre una certa soglia, determinata dalla compliance del sistema, ad ogni ulteriore aumento di volume corrisponde un incremento esponenziale della pressione. Le variazioni di pressione sono quindi funzione della risposta elastica del parenchima cerebrale all’aumento di volume e della resistenza al deflusso liquorale.

Modalità di esecuzione del test

Il test ad infusione di volume costante o ad infusione continua, descritto da Katzman nel 1970, si effettua infondendo per un tempo variabile (10-30 minuti) soluzione fisiologica nello spazio subaracnoideo spinale, o nel ventricolo laterale, a velocità continua (1-1.5 ml/min). Il test viene effettuato in regime di Day Hospital, a paziente sveglio ed in anestesia locale. Mediante il test vengono misurati ed analizzati molteplici dati:

  • valori di pressione intracranica media, sistolica, diastolica e pulsatile in condizioni di base, durante e dopo infusione di soluzione fisiologica;
  • morfologia dell’onda di pressione intracranica in condizioni di base, durante e dopo infusione di soluzione fisiologica;
  • indice di Elastanza del sistema intracranico;
  • resistenza all’assorbimento liquorale.

Lo studio di questi parametri permette di individuare una eventuale alterazione della dinamica liquorale, che risulta essere cruciale nella patolgenesi dell’idrocefalo normoteso idiopatico. Sono considerati parametri necessari per l’indicazione chirurgica la resistenza al deflusso liquorale e l’elastanza.

  1. La resistenza al deflusso liquorale o Rout (cerebrispinal fluid outflow resistance) misura la difficoltà del sistema intracranico ad assorbire quantità eccedenti di liquor. Vengono considerati patologici ed indicativi di un possibile idrocefalo nomoteso idiopatico valori di Rout ≥ a 12 o 18 mmHg/ml/min.
  2. L’elastanza è definita come la variazione di pressione che si verifica per una data variazione di volume. Un valore di elastanza ≥ 0.3 è risultato correlato ad una alta probabilità di risposta clinica alla derivazione liquorale.

Il test d’infusione permette l’analisi di numerosi dati relativi alla dinamica liquorale del paziente ed il suo utilizzo consente non solo di individuare i soggetti con maggiore possibilità di risposta al trattamento chirurgico, ma fornisce anche elementi fondamentali per cercare di comprendere in maniera più esaustiva la fisiopatologia dell’idrocefalo normoteso idiopatico.

Il test di infusione non può comunque essere considerato uno strumento diagnostico, ma può offrire un valido supporto all’indicazione chirurgica.