Trattamento chirurgico

L’idrocefalo normoteso è sostenuto da un quadro di dilatazione dei ventricoli cerebrali. Nel paziente si verifica un’alterazione della fisiologica “dinamica” liquorale, ovvero un accumulo patologico del liquido che normalmente si trova nel cervello; tale alterazione determina il progressivo malfunzionamento dei circuiti nervosi interessati dalla dilatazione ventricolare. Per tale motivo il trattamento dell’idrocefalo consiste nella “derivazione” del liquido cerebrale attraverso un sistema impiantabile chiamato “derivazione ventricolare”. Il liquido cerebrale raccolto dai ventricoli viene quindi “drenato” in cavità dove può essere fisiologicamente riassorbito (il cuore, la pleura o il peritoneo).

Il liquido viene “drenato” dai ventricoli cerebrali attraverso un piccolo catetere (Fig. 1)

Derivazione ventricolare

Fig. 1 – Sistema di derivazione ventricolare.

Il catetere ventricolare è connesso ad una particolare “valvola” unidirezionale (il liquido può solo uscire) che regola il flusso del liquido cerebrale. Tale sistema è necessario per evitare un eccessivo drenaggio liquorale potenzialmente pericoloso per il paziente.

Il sistema catetere-valvola si posiziona sotto la cute del paziente e non è visibile dall’esterno.

La “valvola” è generalmente regolabile anche dopo l’intervento chirurgico attraverso un piccolo magnete esterno. Tali regolazioni possono essere effettuate per migliorare il risultato clinico dell’operazione. Alcuni sistemi consentono anche la chiusura della valvola in caso di necessità.

Il liquido cerebrale viene “drenato” dalle camere ventricolari (in azzurro nella Fig. 1) attraverso un piccolo catetere impiantabile connesso ad una valvola (in bianco nella Fig. 1) che ne controlla il flusso.

Il catetere “drena” il liquido cerebrale nelle cavità dove può essere riassorbito (Fig. 2)

VA shunt pan

Fig. 2 – Derivazione ventricolo-atriale

Il sistema di derivazione si completa con una porzione “distale” alla valvola che consente di drenare il liquido cerebrale in una cavità dove è possibile il suo fisiologico riassorbimento. Le sedi dove il catetere può essere posizionato sono:

  • L’addome (derivazione ventricolo-peritoneale)
  • Il cuore (derivazione ventricolo-atriale, Fig. 2)
  • La pleura (derivazione ventricolo-pleurica)

La derivazione ventricolo-peritoneale presenta generalmente meno possibili complicanze e viene usualmente preferita dai chirurghi. Tuttavia, se non possibile per problematiche addominali del paziente, può essere utilizzata la derivazione ventricolo-atriale. In rari casi si utilizza la derivazione ventricolo-pleurica.

I risultati

In caso di trattamento precoce dell’idrocefalo normoteso i disturbi tendono progressivamente a regredire, in particolare i problemi della deambulazione. Il miglioramento clinico si osserva in circa il 90% dei pazienti ed in alcuni casi è possibile il pieno recupero dell’autonomia funzionale.

In alcuni pazienti è possibile che l’iniziale miglioramento delle funzioni cognitive e del controllo vescicale receda nuovamente nell’arco di alcuni anni. E’ stato ipotizzato che questa compromissione tardiva rifletta la progressione di concomitanti patologie neurodegenerative.

In caso di diagnosi corretta e precoce di idrocefalo normoteso il trattamento mediante derivazione liquorale garantisce ottimi risultati a fronte di una procedura con bassi rischi chirurgici.