Diagnosi

depositphotos_33846381_sIl disturbo abitualmente si presenta tra la sesta e l’ottava decade di vita; la presentazione clinica all’esordio può essere insidiosa e molto variabile e talvolta comporta il coinvolgimento di molti specialisti (neurologo, urologo, geriatra, psichiatra, internista).

Un esordio acuto o improvviso della sintomatologia è atipico e in tal caso il clinico deve considerare possibili diagnosi alternative. La durata dei sintomi deve essere di almeno 2 mesi, anche se talvolta il paziente non è consapevole della presenza dei sintomi fino alla comparsa di un fattore precipitante, quale ad esempio una caduta.

La triade sintomatologica caratteristica non sempre si presenta in modo completo; il disturbo della marcia, il deterioramento cognitivo e l’incontinenza urinaria possono presentarsi simultaneamente o , come più frequentemente accade, separatamente.

In passato l’idrocefalo normoteso veniva diagnosticato e trattato solo in presenza di tutti e tre i sintomi cardinali; le attuali linee guida riportano che la diagnosi può essere effettuata anche in presenza di due sintomi cardinali o anche di un unico sintomo.

Questo cambio di orientamento deriva dal riconoscimento che la prognosi peggiora tanto più a lungo l’idrocefalo rimane non trattato; è stato ormai dimostrato come i pazienti con gravi disturbi della marcia, demenza ed incontinenza sfinterica dovuti ad uno stadio più avanzato di malattia tendano ad essere meno responsivi al trattamento chirurgico rispetto a coloro che presentano una sintomatologia sfumata ed insorta da meno di due anni.

In tutti i casi sospetti è indicata l’esecuzione di una RMN encefalo con lo scopo di evidenziare:

  • Un quadro di dilatazione ventricolare (Fig. 1)
  • L’assenza di altre patologie (tumori, emorragie, infarti, infezioni)
  • L’assenza di quadri compatibili con patologie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer)

Inoltre è consigliata l’esecuzione di una RMN del rachide per escludere la possibile presenza di un’eventuale stenosi del canale potenzialmente correlabile alla clinica presentata dal paziente.

Una diagnosi accurata e precoce è quindi un requisito essenziale, sia per evitare compromissioni cliniche potenzialmente severe ed irreversibili, sia per ottenere un miglior outcome dopo il trattamento chirurgico.